Si di emergenza si tratta.

E’ una emergenza che si sta manifestando ormai da tempo in un crescendo che parrebbe voler divorare ogni brandello di quello che fino a poco fa, si parla di qualche anno, costituiva un naturale ingrediente della persona con cui tutti ci misuriamo nascendo.

Perché quando nasciamo siamo felici di nascere, di infilarci nella vita e di metterci in gioco con quello che ci circonda a partire da ciò che costituisce la nostra natura interiore…chi sono io? Perchè sono qui su questo pianeta? Che senso ha il mio vivere?

Quanta cultura, quanta creatività, quanta ricerca e quanta BELLEZZA nella storia della umanità per cercare di rispondere a questa esigenza umana di conoscersi!

Un vero e proprio motore propulsore, questo, per l’evoluzione dell’essere umano!

Oggi tutto questo non pare interessare più, non ha più spazio, se non apparente, neppure nelle aule scolastiche, nei piani di studio e nelle ricerche degli alunni e tantomeno nei loro dialoghi…figuriamoci negli interessi degli adulti!

Non è più così interessante conoscersi, seppure è da lì che si parte per il grande viaggio della vita portando così il proprio unico e speciale sapore tutto intorno: il nostro specifico contributo all’evoluzione della Vita stessa.

Così riconoscendosi parte della Vita stessa.

Senza conoscersi, e quindi senza conoscere i propri simili, siamo bandiere al vento, privi di radici e punti di riferimento. E soprattutto svuotati dalla fiducia nella Vita che accompagna ogni respiro, dal primo vagito, la nascita degli esseri umani. Da quando hanno iniziato a popolare la terra.

Si perde così la radice profonda che ci connette alla Vita.

Si perde il senso della propria autostima.

Non sappiamo più di essere Vita, non ne si sente più l’ingerenza, l’urgenza, la valenza di essere Vita.

Anzi.

Ultimo colpo sferrato alla autostima umana è il dover gareggiare con la così detta Intelligenza artificiale, con in più la credenza espressa in ogni dove, che sia in grado ormai di evolversi e diventare senziente capace già oggi di essere superiore agli umani, di sostituirli nel lavoro e nella gestione delle cose, persino nelle relazioni. Macchine migliori degli umani.

Ecco io credo che queste estremizzazioni, che da un certo punto di vista sono anche ridicole, svolgano una funzione fondamentale: metterci nella condizione finalmente improrogabile, di chiederci quale è la verità delle cose, cosa davvero fa parte di ciò che siamo e cosa no. Quale è l’imprescindibile. Per finalmente fare pulizia e chiarezza in mezzo a questa confusione invadente.

Non posso evitare di evidenziare che la così detta intelligenza artificiale non fa altro che replicare le informazioni con cui viene impostata la macchina da qualcuno, questo sì, umano e che quindi i risultati a cui perviene sono viziati proprio da quei postulati e non rappresentano certo verità assolute.

Soprattutto però sono davvero felice di sottolineare che sono macchine e non possono e non potranno mai avere una Anima.

L’uomo potrà, forse, se vorrà, rinunciare alla propria rinunciando così ad essere ciò che veramente è, ma la macchina non potrà mai umanizzarsi al di là dell’aspetto materiale.

Certo a qualcuno potrebbe piacere costringere la visone di se stessi all’ interno di una cornice esclusivamente materiale e preordinata, perché questo consente un potere, questo sì, disumano altrimenti impossibile se dovesse misurarsi con la coscienza del sé e della propria connessione con il tutto. E’ questo ciò che fa di un essere umano esattamente ciò che è: parte integrante di questa Natura che tutto governa in un progetto di vita che riproduce sé per consentirci di abitare il cuore pulsante dell’essenza delle cose.

Se rimaniamo aderenti a questo nostro essere siamo una potenza imbattibile che non conosce limiti…se rinunciamo a questa aderenza con il sé, beh sì…siamo perduti.