La parola fiducia deriva dal latino fides, che significa “riconoscimento dell’affidabilità dell’altro”
Ecco…affidabilità…niente in natura potrebbe funzionare se le parti del tutto non avessero fiducia e non riconoscessero l’affidabilità delle altre parti e in primis di sè.
Niente potrebbe vivere se l’insieme, il Tutto, non esprimesse l’affidabilità su cui le parti possono contare.
E allora cosa significa esattamente la parola affidabilità?
Affidabilità: “Nel linguaggio tecnico, affidabilità consiste nella certezza del corretto funzionamento che un impianto, un apparecchio, un dispositivo può dare in base alle sue caratteristiche tecniche e di fabbricazione.”
Senza questa certezza come potrebbe la Vita riprodurre la Vita?
Se e quando una parte smettesse di fidarsi del tutto cosa potrebbe succedere se non l’astensione dal mondo, dalla vita?
In fondo è quanto succede quando si viene a determinare un tumore…certe condizioni infatti comportano, nella persona che sente in sé quelle condizioni, il verificarsi nelle sue cellule di una sorta di rinuncia alla fiducia, fiducia nella vita, nella sua potenza, nella sua vivibilità, nella sua giustizia e infinita possibilità e riproducibilità.
La sfiducia è una rinuncia.
La fiducia porta con sé visione e futuribilità.
Ebbene in questi tempi è davvero una priorità investire in fiducia, rinforzare la fiducia, nutrire la fiducia.
Fiducia…in cosa?
Fiducia nella Vita, a partire da noi stessi.
Quella fiducia che ha il bambino che corre dietro alla palla senza farsi domande sul domani e sul perchè ma che gode del fatto stesso di esistere nel flusso del movimento della palla.
Fiducia significa connettersi con quella condizione inalienabile che caratterizza la Vita.
Significa dare valore, ascolto e sostegno al principio vitale che abita in noi e che è la ragione per cui siamo venuti a fare esperienza in questo qui e ora.
Significa ricordare le potenzialità, l’abbondanza e il piacere di vivere che in verità ci caratterizza.
Potremmo così ricordare quanta ricchezza abbiamo creato e possiamo creare…perché quindi focalizzarsi sulla mancanza, la sfiducia, la disconnessione dalle nostre radici profonde?
E’ una scelta di cui abbiamo la responsabilità sapendo però che l’una porta alla vita e l’altra all’annientamento.
Questo è essenziale da sapere!
Perché siamo noi ad avere in mano il timone della nave con cui stiamo veleggiando in questo mare.
Quindi andando verso il riconoscimento del proprio posto nel mondo, per prima cosa bisogna farsi largo allontanando tutto ciò che può insinuare sfiducia, incertezza in se stessi, depressione e disconnessione da ciò che si sente intimamente vero.
E per fare questo è indispensabile saper riconoscere come queste dinamiche si possono manifestare.
Perché sono spesso insidiose e mistificate da apparenze illusorie.
E vanno a toccare corde interiori che riguardano anche le paure che ancora abitano con noi o la tendenza a delegare ad altri o ad altro ciò che invece ci riguarda.
Non è possibile infatti accordare fiducia a se stessi senza prendersene la responsabilità.
La domanda è: cosa interiormente mi arricchisce?
cosa mi impoverisce?
cosa mi fa sentire integro e cosa mi getta nella confusione allontanandomi dal mio centro?
Ascoltarsi allora diventa lo strumento principale, un ascolto attivo, critico ma soprattutto sentito.
In un mondo che sempre di più centralizza le proprie attività a livello mentale e ideologico, l’ascolto con la pancia, l’ascolto dei movimenti interiori e il rispetto del proprio sentire possono davvero fare la differenza.
Riportare lo sguardo verso se stessi, prendersi il tempo per ascoltarsi, stare nel silenzio e farsi delle domande senza dare per scontato che le informazioni che ci provengono dall’esterno siano valide, giuste e affidabili.
Stiamo con noi stessi.
Perché comunque vada se stiamo con noi stessi stiamo esattamente nel luogo dove è meglio essere, nel luogo che più di ogni cosa ci appartiene.
Per questo è così importante la fiducia.
Perché senza quella non potremmo che agganciarci al mondo delle idee razionali e schematiche, delle linee rette, perdendo di vista le curve e i colori, perdendo di vista la vera natura della realtà.
In natura in verità le linee rette sono rarissime, e la nostra mente invece le cerca per poter regolamentare la visione del mondo in uno schema che sembra più facile.
In realtà quella modalità, illudendoci di potenza, ci fa distaccare dalla realtà, ci allontana dalle leggi che regolamentano la Natura e quindi anche da noi stessi che della natura siamo parte attiva.
ABBANDONARSI ALLA FIDUCIA NELLA VITA CHE CI SCORRE DENTRO INVECE CI RIPORTA A NOI STESSI
La fiducia è un atteggiamento di tranquillità e sicurezza che deriva dalla convinzione che qualcuno o qualcosa corrisponda alle proprie aspettative, alle proprie attese e speranze.
Ricollocarci nella dimensione a cui apparteniamo quindi ci fa bene, dona tranquillità e sicurezza, le condizioni migliori per navigare in questo mare e ci riconsegna l’onore di essere parte di questo grande disegno in modo più responsabile.