LA GRATITUDINE, L’ARMA MIGLIORE

Viviamo in una valle di lacrime potrebbe dire qualcuno…

ma in verità la valle di lacrime siamo noi che la costruiamo giorno dopo giorno ormai da tempo immemore perché ad essere sinceri veniamo al mondo così ben attrezzati di risorse e circondati da abbondanza che proprio no, non si può parlare di valle di lacrime.

La bellezza ci circonda in ogni dove e la meraviglia accompagna qualsiasi sguardo si permetta di osservare senza occhiali scuri la magia anche solo di un respiro.

Oggi però siamo sottoposti ad una fortissima pressione di chiusura, precarietà e paura che anche solo dagli ultimi quattro anni continua a subire accelerazioni costanti e dalle moltissime sfaccettature tanto da invadere quasi ogni aspetto del nostro vivere.

E certamente non finisce qui…i segnali lanciati attraverso le vie di comunicazione e l’aria che tira intorno, fanno intendere che avremo da fare parecchio più andiamo avanti giorno dopo giorno… tanto che fare progetti per il futuro diventa arduo, incerto e rischioso.

In effetti, questa pressione pesante che insiste su di noi e in ogni dove, ha tutte le caratteristiche di una minaccia bellica.

Non tanto e non solo perché la guerra, nelle sue espressioni concettuali, verbali e pure fattivo-materiali è ormai nostro pane quotidiano, ma anche, e forse soprattutto, perchè è una pressione pesante che sì, è in attacco, è una pressione che attacca la persona umana.

Beh si la guerra già in sé è cosa inumana, cioè priva delle connotazioni tipiche dell’essere umano. Non perché non esista un istinto anche violento o di rabbia nella natura umana ma perché nella sua essenza la natura umana coltiva il bisogno di evolversi, rendere la propria vita e quella degli altri viventi sempre più bella, piacevole, responsabile.

Non distruggere, ma creare.

Quel tipo di impulsi di guerra è in realtà uno strumento di misura per meglio definire e comprendere dove ci si trova e dove si vuole andare.

Quante volte lo abbiamo sperimentato nella nostra quotidianità?

Ma la pressione che stiamo vivendo oggi è ancora più alta, ha una frequenza che noi non abbiamo mai davvero conosciuto.

Ed è una pressione così a 360 gradi che fa proprio pensare ad una pressione totalizzante, che vuole abbracciare tutto senza lasciare spazio per altro.  

E dove si può riconoscere l’essere umano in questo contesto?

Coloro che la guerra la vogliono hanno certamente perduto certe qualifiche di tipo umano, perché se così non fosse non converrebbe nemmeno a loro.

Come non conviene a noi.

Quindi che fare?

Valorizzare la componente umana rivolta ad onorare la Vita.

In quello spazio non possiamo che stare al sicuro.

E la via è quella della gratitudine.

Coltivare la gratitudine, la capacità di sentirsi nel flusso dell’esistenza, di sentirsi protetti da questa grande madre di vita, di essere un tutt’uno con essa.

Quando la gratitudine ci abita, la vita è bella comunque, perché abitiamo un livello superiore alle cose materiali e abbiamo accesso ad un senso di benessere così elevato, difficile da descrivere ma così bello da vivere.

La gratitudine riposiziona i beni e le ricchezze nel loro giusto spazio perché ridà luce a ciò che consideriamo scontato e invece non lo è ma è, al contrario, pregnante, imprescindibile, assolutamente vitale.

La gratitudine disintegra i confini e le limitazioni permettendo di respirare a pieni polmoni, rilassa giunture e contrazioni disperdendo gli infiniti no a cui ci sottoponiamo.  

Il corpo si fa leggero, l’anima si fa leggera e la persona si espande a contenere il cielo e le stelle, i mari e le profondità della terra.

Quel Ciò Che E’ Più Grande a cui apparteniamo.

LA GRATITUDINE E’ L’ARMA MIGLIORE PER COMBATTERE QUESTA GUERRA.  

https://www.youtube.com/watch?v=qk5gBJ78c6w