LA BELLEZZA SOTTO ATTACCO…CHE FARE?

Mi è piaciuto, studiando la medicina tradizionale cinese, scoprire che la bellezza, secondo questa visione, è considerata la conseguenza di una relazione armonica tra le parti.

Non è dunque un parametro da considerare importante nel dare struttura alle cose della vita, ma se il risultato del nostro operare non ci porta alla bellezza vuol dire che non siamo nella direzione giusta. Vuol dire che non abbiamo costruito rispettando l’armonia delle parti… perché se la struttura è armonica ne consegue che è anche bella.

A ben vedere tutto in natura è bellezza, anche quello che ci fa paura…sono bellissimi i cieli azzurri e i fiori che sbocciano ma anche le piogge insistenti, i terremoti e i vulcani che parlano la loro lingua, gli animali che, che lo vogliamo o meno, hanno sempre tanto da insegnarci.

Ed è bellissimo l’essere umano con tutte le sue contraddizioni e i suoi sforzi e difficoltà per migliorare la propria capacità consapevole. Perché è una direzione che ci è naturale, cercare di diventare sempre più consapevoli, nonostante tutte le indicazioni che ci circondano che cercano di allontanarcene…

In tutte le nostre città, paesi, borghi ancora resistono tracce di quella bellezza, di quella cura che produce bellezza, che accompagnava le vite del passato pur nella povertà e/o difficoltà che per certi aspetti caratterizzavano quei tempi. Difficoltà e ristrettezze che consentivano e sostenevano bellezza molto più di quanto non lo facciano le comodità dei tempi moderni…una certa bellezza poi era in comune, per tutti.

Io vivo vicino a Firenze, una cittadina in cui la bellezza la fa da padrona, almeno nella sua parte storica. Una storia che ci racconta quanto tutte le attività che venivano sviluppate erano guidate dalla ricerca della bellezza ovvero di un rapporto armonico tra le parti…un senso di bellezza che è variato nel corso degli anni ma che ancora oggi possiamo riconoscere e apprezzare. 

In quello che ci offrono i tempi dell’oggi però, è difficile trovarlo il senso della bellezza…per non dire impossibile.

E’ un processo che si è instaurato lentamente nel tempo, un pezzetto alla volta, come già capitato anche in altre materie, che ci ha provocato una inesorabile abitudine al brutto, alla distruzione, alla degenerazione piuttosto che alla riproduzione della bellezza della Vita…

Dai nostri televisori strabordano immagini di terre ricoperte da macerie, grigio, polvere, morti…le nostre stesse città hanno perduto qualsiasi richiamo alla bellezza con i palazzi tutti uguali, schematicamente distribuiti in spazi per lo più abbandonati, sporchi, arrugginiti, sgretolati e pieni di crepe in tempi brevissimi. Strade, ponti, cavalcavia in continuo rifacimento dai tempi infiniti …grigiore ovunque un grigiore diffuso che ci fa lentamente dimenticare i colori che madre natura ci offre …persino i cieli si appiattiscono spesso e volentieri di un colore biancastro gelatinoso che spegne ogni vivezza nell’aria.

Persino i lampioni stradali sono diventati bruttissimi così freddi e schematici e uguali…non erano mica così brutti i lampioni nel passato!

E gli odori? E i rumori? E l’aria sempre più al sapore di benzina?

Potrei dilungarmi davvero a lungo nel descrivere quanto nell’ambiente che ci circonda e nell’intimità delle nostre case il brutto la faccia da padrone. Persino proprio lì nelle nostre relazioni più intime, più importanti, direi più vitali si fa largo la bruttezza… Si fa presto a riconoscerlo il brutto se non fosse che ormai ci siamo abituati e ci appare normale…un prezzo da pagare poi per la modernità …per il “comfort“ che ci consente…

Come se vivere nel brutto abbia in sé qualcosa di confortevole.

Tutto questo dunque ci indica chiaramente che abbiamo preso la strada sbagliata.

Stiamo andando nella direzione opposta a quella da perseguire perché la Vita venga onorata, affinchè la Vita abbia il suo senso, insomma per stare bene.

Perché noi, esseri umani, siamo Vita!

Questa constatazione, relativa alla bellezza sotto attacco, per quanto pesante possa essere, costituisce però anche una fantastica opportunità per capire cosa fare per interfacciarsi al meglio ai tempi e alle condizioni che stiamo attraversando ovvero: costruire bellezza, preservare la bellezza, creare bellezza, coltivare bellezza dentro e fuori di sé.

Certamente non la bellezza fine a se stessa come talvolta ci illudono che possa essere…quella non è bellezza…non ha modo di durare nel tempo, non ha contenuto di saggezza, non porta armonia ma al contrario semina zizzania, separa, divide, schiaccia e soprattutto appunto illude.

Quindi il fattore guida nella costruzione e preservazione della bellezza si presenta proprio nell’armonizzare le parti affinchè da lì la bellezza possa manifestarsi.

A cominciare da dentro di noi, dal rapporto con ciò che si è, dal rapporto con quelle sono le componenti che si esprimono dentro.

Il lavoro su di sé è indispensabile e prioritario, ancora una volta è questo che si evidenzia.

Così tutto intorno potrà essere nutrito da questa azione armonizzante interiore e la bellezza troverà la sua strada per manifestarsi.

Parole d’ordine quindi: lavorare sulla gestione armoniosa delle parti per generare bellezza!

 E nel frattempo valorizzare la bellezza ovunque si trovi e allenare l’occhio e l’Anima a riconoscerla.