Da cosa dipende il senso di incertezza e insicurezza interiore, decisamente in aumento dati i tempi, che consuma le giornate?
Da cosa dipende la difficoltà, anche questa sempre più pesante, di inventarsi un futuro in cui riconoscersi e a cui ambire per sé e per i propri cari?
Da cosa dipende l’uso da sempre elevato, e ora sicuramente ancora più in aumento , di psicofarmaci e di sostanze che alterano l’umore?
La risposta che incontro nell’ascoltarmi e guardarmi intorno è sostanzialmente una:
la paura di svegliarsi dal sogno, la paura di fare i conti con la realtà, la paura di assumersene la responsabilità, quella paura che annebbia la forza in ciò verso cui vorremmo invece andare.
Ci siamo nutriti di una illusione che ci ha fatto credere che potessimo essere dei privilegiati, che potevamo evitare di mettere le mani in pasta alle cose intorno invadenti per trasformarle piuttosto che esserne trasformati, di mettere le mani in pasta dentro noi stessi per aprire i forzieri interiori e abbracciare, trasformandoli, quei contenuti piuttosto che farsi schiacciare dal loro abbraccio.
Abbiamo creduto in una strada già pronta per noi, dentro cui incanalarci e garantirci una certa, pur che minima, sicurezza.
Dai tempi dei tempi.
In effetti, come certi film e romanzi raccontano, l’illusione è dappertutto intorno a noi.
E’ una illusione colorata, luccicante piena di promesse di felicità, sempre più lontane.
E ci abbiamo creduto, è stato facile crederci e anzi è proprio con i nostri comportamenti che l’illusione ha rinforzato se stessa, togliendo forza e indirizzando le energie altrove, dove utile per rinforzare sè.
Non certo per dare forza a chi si illude, che intanto sta riununciando al proprio di sé.
L’illusione che vivere nell’illusione potesse essere una strategia vincente oggi si infrange contro gli scogli che i cambiamenti, così trainanti, portano con sé.
E adesso?
Adesso che fare?
Si può permettere alle onde che si alzano di rendere ancora più forte la stretta che soffoca il respiro, che fa crescere lo stato d’ansia interiore e occlude l’orizzonte?
In natura troviamo ciò che serve per rimettere al centro ciò che al centro deve stare, tutto ha un ordine e leggi da rispettare.
E’ LA VERITÀ CHE FA BENE
L’esperienza me lo ha insegnato: la verità fa bene.
Molto più bene di quello che si possa pensare se si rimane in superficie.
La verità rimette le cose a posto.
Dà loro la collocazione che a loro corrisponde.
La verità è una esigenza naturale.
La Natura sviluppa la sua attività nel rispetto della Verità, nella necessità delle sue leggi.
.La Vita è fatta di Verità.
La Verità riporta la fiducia in primo piano e restituisce chiarezza, senso e futuro.
Dunque cosa fare?
Il primo passo è guardare dove non si è mai, o non abbastanza, guardato…quale è l’illusione che mi ha coinvolto?
A chi o cosa ho ceduto il mio potere decisionale?
In che punto mi sono allontanato da quello che dentro sentivo vero?
Quello che c’è da fare è incominciare a dirsi la verità, prima che la verità si sveli al di là delle nostre stesse intenzioni… così farebbe davvero male.
E il secondo passo?
Il secondo passo è quello di andare a guardare quella ferita che le illusioni, inevitabilmente , lasciano dietro di sé.
Per poter arrivare al terzo passo:
in cui, a partire anche da quella ferita, si possa sviluppare finalmente un nuovo modo,
un modo vero, di avere cura e rispetto di se stessi.