Parlare e pensare futuro è indispensabile.

Ne abbiamo bisogno perché siamo fatti così: espressione di Vita che ad ogni istante si rinnova…Come si fa senza futuro?

Se ci manca il futuro manca il respiro.

Occorre ricordarselo.

Quando manca il respiro è perché sentiamo che ci viene a mancare il futuro.

Ci avevi mai pensato?

E più diventiamo grandi, di età, più il bisogno di futuro avanza.
Il bisogno di un futuro come movimento, come sguardo, come ricerca

anche se non necessariamente la nostra.

Il nostro pianeta contiua a ruotare su se stesso e a comunque pretendere futuro,

abbiamo bisogno di saperlo e confermarlo.

In questo presente l’orizzonte si è ormai accorciato improvvisamente e poi con il tempo sempre di più. A piccoli passi lo spazio dove intravedere futuro è diventato ancora più stretto.

E così ci stiamo lentamente accontentando di sole piccole parvenze di futuro.

E invece il futuro è urgente ed c’è tanto il futuro che chiede di essere considerato.

Ma da dove lo prendiamo questo futuro nuovo che vogliamo, quale la voce di questo furturo che ci riguarda e che pulsa dentro da conquistare?

Io credo che occorre guardare alle radici.

Il futuro, per essere tale, ha bisogno di radici solide, forti, vere e sincere.

Sopratutto perché, dato questo presente, fatto di fratture, di separazione, di incertezze ci troviamo troppo spesso con addosso uno stato confuso di abbandono.

Ecco allora che è bene ricordare che il futuro lo troviamo nel recuperare le radici della Vita, nelle sue regole fondanti, nella sua struttura primaria.

Perchè il futuro che urge chiede conferme di ciò che ha valore da portare nel domani, chiede ragione della propria essenza.

Perchè non c’è futuro fuori dalle leggi che governano la Vita.

Fuori da questa regolamentazione la Vita non esiste, non può esistere.

In questo spazio e in questo momento più che mai, di queste regole una in particolare voglio ricordare: la cooperazione.

Nel nostro corpo tutto funziona sino a che ogni cellula, tessuto, organo si relaziona con il suo contesto e scambia informazioni, cariche elettriche ed elettromagnatiche, fluidi e respiri.

E questo è vero per ogni forma di vita, dagli organismi unicellulari ai pianeti che ruotano in questo immenso Universo.

Per progettare futuro occorre intanto portare il focus sulla cooperazione, su tutto ciò che ci consente di “operare insieme”.

Occorre ricostruire le connessioni interrotte, le comunicazioni sfasate, gli scambi esautorati.

Significa innanzitutto fare rete.

Significa ritrovare le coordinate che fanno si che le cose siano lì dove devono stare.

Significa nutrirsi e rigenerare energia dentro ed intorno.

Signifca moltiplicare i pani e i pesci.

Significa benessere che si diffonde.

Significa scoprire la radice della forza innata.

Nel corpo sono i nostri batteri, funghi, e microganismi vari che ci insegano come fare: ci deve essere posto per tutti perché fra tutti, insieme, si autoregolamentano, si autogovernano, si gestiscono risorse e così producono le diverse qualità di enzimi che servono.

Senza la varietà di questa “multietnicità” le nostre stesse funzioni ne vengono compromesse.

Davvero.

Riparare, ripristinare, ricostruire, riprogettare connessioni di cooperazione sono le attività necessarie per progettare futuro, a partire da dentro noi stesssi.

Perchè la separazione dei tempi che abbiamo vissuto e viviamo è lì che ha agito ferite che occorre innanzitutto guarire.